La disavventura capitata a Francesca Ruocco (il suo link è questo oppure questo), una bellissima ragazza, modella, che seguo sia su Facebook che su Instagram, mi ha davvero inorridito.
Non per il fatto in se, seppur gravissimo, che è quello che un non meglio definito “hacker” sia riuscito a entrare nell’account Facebook di questa ragazza, infamandola, postando a suo nome foto terribili, volgari e proprio brutte, aggiungendo alle sue informazioni personali un nuovo lavoro “strip tease privati, disponibile per uomini e donne” e altre amenità simili, ma per altri due motivi che tento di esplicare qui e che mi intristiscono davvero tanto:
- Esistono persone che passano il loro tempo, poco o tanto che sia, a cercare il modo di entrare in un account: non per motivi politici, di denuncia o per rubare soldi, (il che giustificherebbe un po’, almeno) ma solo per “infamare” e divertirsi alle spalle di qualcuno, senza forse rendersi conto dei danni che fanno;
- Esistono persone (centinaia) che semplicemente per il fatto che quelle orribili foto, postate assieme a quelle gradevoli, di certo glamour e accattivanti ma comunque sempre misurate di Francesca siano li, quindi essendo omologate dal ragionamento “le ha messe lei”, senza curarsi minimamente del fatto che queste ultime immagini siano di una volgarità e bruttezza terrificanti, mettono il loro “mi piace” e commentano anche con un “fantastica posa” la fotaccia di una anonima signorina cellulitica piegata in avanti su una lavatrice e lo fanno senza avere alcun dubbio, anzi con certezza e sicumera.
Comincio dal secondo punto.
E’ da tempo che noto queste dinamiche: “fotografi” che inveiscono su chi fotografa “volgarità” e poi postano foto brutte di ragazze insalamate in catsuite porno, basta che abbiano due tette quinta misura; “modelle” che inveiscono su altre modelle rimproverandole per essere alte 1,50 mt ma loro stesse sono 1,52 mt e non accettano di farsi fotografare da chi dice di non utilizzare effetti in postproduzione per allungarle; “cultori ed esperti” della fotografia e dell’arte che esprimono pareri ignobilmente positivi su immagini che non solo non hanno senso, ma che sono davvero oggettivamente brutte, stancanti, ripetitive, volgari, inutili.
Ora, per carità, Facebook non è un sito di fotografia e quindi va bene ci sia di tutto. Però, quella gente che in questi giorni nei quali Francesca tentava di rientrare in possesso della sua pagina, ha commentato “fantastica posa” e ha apprezzato con i “mi piace” senza neanche minimamente pensare che quelle foto potessero non essere di Francesca, che non si sono resi conto che le donne “ritratte” erano donne diverse anche tra di loro, alcune con tatuaggi, altre no, ma soprattutto che non hanno affatto notato la differenza abissale tra le foto “vere” e quelle “hackerate”… quella gente, compresi i personaggi che espongono con orgoglio come suffisso o prefisso nel loro nome il famigerato “PH” dissertando con la stessa sicurezza in altre sedi su quell’obiettivo o quella tale macchina fotografica, che loro ovviamente usano solo per “editoriali”…ma non si rende conto? …
Cioè: la fotografia è davvero morta grazie a questi personaggi, o è morta prima e loro stanno solamente ballando sulla tomba? Io mi rendo conto, lavorando, che spesso anche i clienti commettono lo stesso errore. Poco tempo fa ho visto sempre su Facebook delle foto, evidentemente commissionate, di costumi da bagno per un catalogo, con tanto di marchio del cliente esposto in bella vista, foto che definire brutte è un regalo: bella modella foto sbagliate, postproduzione da filtro app di photoshop, pose terrificanti, trucco e parrucco che definirei abovinemoli e addirittura i salvaslip che sbordano dai costumi. Di certo i costumi si vedevano…ma….basta questo??? Cosa diavolo guardate??? E poi che cosa, in questo tipo di foto, spinge a mettere ben 100 mi piace? Piacciono davvero? …
Per concludere: Francesca ha dovuto commentare da un altro account sotto ogni foto con un disperato “NON SONO IO!!!!”. E mi sono sentito io imbarazzato per lei, provando la sua stessa vergogna e anche pensando a tante altre ragazze (e fotografi) che non avranno mai la certezza di sapere che il “like” sulla loro foto non sia li solo per “pruderie” scatenate da un sedere, ma davvero per il piacere di vedere non solo una bella Donna e magari anche il sedere: ma una bella Donna in una bella foto, una foto giusta, erotica anche perché no, ma giusta. (vi rimando anche a questo mio altro articolo)
Poi, vedo che un fotografo inserisce su FB una sua realizzazione allegando una domanda pubblica: “cosa ne pensate?” E noto che un apprezzato e indiscusso professionista del settore, a questa domanda risponda con un educatissimo ed esaustivo parere negativo. E vedo poco dopo cancellato il commento.
E cosa lo chiedi a fare allora un commento?
Forse la risposta la so e il destino vuole che mentre scrivo questo testo, mi arrivi un messaggio privato sulla pagina dello studio (la foto in apertura di questo articolo), che pubblicizza un sito e recita: “18$ for 1K like”. Un tanto al chilo appunto. Come andare a giocare a Monopoli a casa di un amico portandosi dietro i soldi finti presi dalla scatola del proprio. Se esistono questi siti, esiste il mercato. E’ questo che vi rende felici? I “like”?
(N.d.R.: Ho scoperto che alcuni furbi figuri, creano pagine tipo “Uccidiamo tutti i rumeni a bastonate” per avere in poco tempo un milione di “like” da gente ignobile. Poi cambiano nome alla pagina che diventa “Carlo Rossi PH” e la vendono.)
Veniamo al primo punto: Ma se hai il tempo e le conoscenze per hackerare una pagina facebook, a meno che tu non abbia un tornaconto economico nel fare questo, e direi di no, perché non ti metti a lavorare per un provider di servizi, non ti proponi come sviluppatore oppure non te ne vai un po’ in giro per le strade della tua città a guardare il mondo reale, le luci, i colori, la gente vera? E’ probabile tu sia giovane: perché non ascolti musica o leggi un libro nel tempo che hai impiegato ad hackerare la suddetta pagina?
Ma soprattutto: perché non chiedi a Carlo Rossi PH di accompagnarti a fare una bella gita dato che non ha nulla da fare neanche lui, se non contare i finti like?
Con rispetto.
(*) Dopo la pubblicazione molte persone si sono prodigate a risolvere il problema sull’appellativo Hacker che nella accezione “internet” sembra essere colui il quale opera azioni di pirateria informatica a fin di bene. E così è cercando spiegazioni su Wikipedia. Il corretto appellativo dovrebbe essere quindi (secondo ciò che mi è stato scritto) Cracker, Lamer o Phisher. Bene. A parte il fatto che il soggetto della mia disquisizione non è lui ma Francesca, devo dire che non mi risultino esserci inquadramenti fiscali o descrizioni legali per la professione di Hacker. Capisco e apprezzo il fatto che si voglia dare un significato romantico a questi esperti di informatica che si prodigano per il bene della rete, ma occorre capire bene un fatto: gli attivisti di GreenPeace e le loro azioni sono condivisibili ai più, ma quando assaltano le baleniere cinesi compiono azioni di pirateria che è bene definita anche dal codice marinaro, e quindi sono pirati. Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri (e chi non condividerebbe) ma di certo era un ladro. Hacker, Cracker, Lamer, ecc. in questo sono assolutamente uguali: operano tramite le loro specifiche conoscenze per entrare nella vita privata, ovvero nei siti e per questo commettono dei reati. La condivisibilità è poi soggettiva e non metto in dubbio l’utilità di alcune di queste azioni, ma di certo ne metto in dubbio le modalità. Per concludere: se un “hacker” è appena entrato in un sito di pedofili e lo ha distrutto (opera pia) e poi per sgranchirsi le dita entra nel mio sito e lo distrugge (opera inutile) da Hacker si degrada a Cracker? Sempre con assoluto rispetto, ma non conoscendo chi sia l’essere umano che ha commesso questo abuso nei confronti di Francesca e la sua qualifica “sociale”, per ora non rientra nei miei interessi definirlo meglio salvo che “idiota”. Grande rispetto per tutti invece coloro che operano per il bene comune: hacker, esperti informatici e chiunque altro usi il cervello in questa vita.
(P.S.: Ringrazio Francesca per aver voluto che rendessi noto il suo nome: e le auguro pazienza per il seguito di questa vicenda che per lei sarà ancora lungo. Internet ha grande memoria ed è probabile che sarà subissata da “gente” che le dirà le cose più terribili e questo rende il tutto ancora più meschino.)