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Ecco qui. Mi sto mettendo in un mare di guai, ma non ce la faccio più. E’ oramai da tempo che vedo sui social (debitamente censurate con improbabili scritte) foto di NUDO ANALOGICO. Al di la della facile battuta, considerando l’assonanza derivante dal prefisso “ana..l”, quello che mi stupisce è l’enfasi dei tanti che non solo postano ‘ste robe , ma che le commentano con parole che sottolineano quanto di miracoloso ci sia. Oh specifico: ci sono tante categorie di fotografi, che continuano ad usare la pellicola per i loro reportage di paesaggio, o per le foto “ricordo” ma, appunto, in genere continuano a farlo, lo fanno da sempre. Non è una gran scoperta per loro: non gli interessa il digitale, punto.
(← Editoriale su Pompei per Excelsior, 1986 di Mimmo Cattarinich. Sotto, una copertina di Paolo Tallarigo e in apertura, Carmen Russo, sempre fotografata da Paolo Tallarigo)
Ecco invece che dopo avere ucciso le loro modelle nude con i più fantasiosi effetti digitali, dall’ HDR al più pastellato dei pastellati sulla pelle, passando ovviamente da un bianco e nero molto grigio, o una bella foto desaturata con solo il colore rosso di due belle labbrone, taluni approdano alla…pellicola. Ohhhhhh….una vera novità! E addirittura allestiscono mostre dai fantasiosi titoli che più o meno sono: “la gnocca come non l’avete mai vista prima” oppure “Donne che col digitale non sarebbero così nude” o ancora “l’anima della Donna analogica“. Guardando quelle foto innanzitutto mi viene in mente che il titolo potrebbe essere uguale per QUASI tutte: “Fotografie analogiche di donne nude ma senza badare alla luce e alla posa tanto la pellicola la fa bella, mossa e sfocata“.
Ma santo cielo!!!! Ma avete mai sfogliato, o voi che usate la pellicola come se una foto brutta in pellicola diventasse bella “de facto”, una qualunque rivista degli anni ’90? Vi siete mai chiesti quanta maestria e quanto lavoro per uno scatto dei grandi della fotografia erotica e glamour c’era dietro? Avete mai sfogliato un libro di fotografia di quei maestri? Conoscete il lavoro di Fotografi come Mimmo Cattarinich (sbavavo sulle sue foto e non tanto per le modelle quanto per l’uso dei primi filtri digradanti Cokin), oppure di Paolo Tallarigo, Roberto Rocchi, Franco Marocco? Avete mai guardato un libro di polaroid, VERE POLAROID di Carlo Mollino? O gli scatti erotici di Robert Mapplethorpe? Ma cosa vi dice il cervello? Che fotografare in pellicola sia un valore aggiunto? E perché??? Solo perché così potete giustificare una foto brutta orribile per il fatto che è analogica? O teoricamente non fotoscioppabile? O perché scattando in pellicola (e ovviamente portando a sviluppare il negativo e magari far stampare la foto in un bel laboratorio) pensate di dimostrare di essere “padroni del mezzo”?
← (A sinistra Carlo Mollino. Sotto, Robert Mapplethorpe: Raymond, 1985)
E poi mi rivolgo anche alle ragazze ritratte, alle modelle, alle Donne rappresentate: ok vi piace mostrarvi nude, vi piace farvi vedere! Bene!!!!! Ma fatelo consapevolmente! Se in QUELLE foto vi sentite rispettate, per quello che siete con la vostra cellulite e smagliature (se le avete) o con i fianchi larghi e il bel sederone poi NON affiancate nelle vostre gallerie, a quelle foto, immagini digitali dove il filtro fluidifica&pastella e il pennello “Somatoline strong” sono stati usati ai massimi livelli! Non siete credibili, e se esiste qualcuno che ancora ha un minimo di senso dell’estetica e della critica costruttiva vi riderà dietro!
Insomma…non è il “mezzo” che fa la bella foto…è la TESTA che fa la bella foto, anche se è una foto cruda, anche se erotica o porno. Geni dell’immagine anche fortissimamente erotica come Saudek, come i nostri maestri citati prima e come tanti altri, non sono diventati tali perché scattavano con la pellicola, ma perché erano BRAVI e perché per ogni set curavano tutto, dalla luce alla posa, al trucco se necessario, alla scenografia (n.d.r.: Paolo Tallarigo mi racconta spesso di quanto tempo occorreva per realizzare una scenografia per l’allora splendido Playboy o Playmen, o meglio per riviste ricchissime come Excelsior).
Fate pace con la fotografia: volete fotografare le Donne nude? Bene! Anche io!!! Ma fatelo con rispetto, con la testa e il cuore e soprattutto se non ci dovete campare con quelle foto, ma solo mostrarle per far vedere la vostra bravura FATELE GIUSTE e scartate senza pietà quelle brutte! Anche analogiche o peggio analogizzate con instagram!!!!: se sono brutte saranno e rimarranno sempre brutte!!!!!
Uff.
POST SCRIPTUM: Lo scorso settembre (2016) Paolo Tallarigo è morto. Ne hanno parlato tutti, amici, nemici, detrattori, modelle e giornalisti. Paolo è stato un grande maestro, un uomo prestato alla fotografia che con questa ha vissuto. Un amico mio, vero. Buonanotte Paolo.
Le foto sotto sono di Jan Saudek: ( “David, Lonely forever”, 1969 – “Dancers”, 1984 – “Ida”, 1988 – “7 AM”, 1968 – “Ollök Railway Station”, 1983