Oggi è la giornata internazionale della Terra. Si la terra: sarebbe quella palla che gira vorticosamente e sulla quale viviamo.
Non sono un grande amante delle “ricorrenze” ma di certo ho a cuore la Terra, e ancora di più sono affascinato dai popoli che la abitano. Non sono un vegano, ne venusiano, ne nulla che possa ricondurmi ad un attivista per la moralizzazione dei terrestri, anzi sono un peccatore, in questo senso. Ma amo i popoli, le persone, i loro costumi e mi dispiacerebbe lasciare a mio nipote Flavio che ha 6 mesi, una terra distrutta dall’inquinamento o solo dalla nostra proverbiale maleducazione. Non sono un attivista, come dicevo, ma cerco di campare senza dare troppe incombenze agli altri. E il fatto di averla girata in lungo e in largo, questa Terra, mi fa pensare che dovremmo tutti essere un pochino più educati verso questo pianeta, e verso noi stessi.
La natura è sempre dirompente. In posti come Kawloon (la baia di Hong Kong ) la natura tende a “mangiare” tutto quello che incontra, eppure il bel blu che vedete nel cielo, enfatizzato da un polarizzatore, è dovuto allo smog.
A Pechino peggio, per quanto vi sia una politica che persegue l’abbattimento del traffico privato, con restrizioni direi dittatoriali. In Marocco, e in molti paesi africani, l’inquinamento è misto, dovuto alla “civiltà” ma anche alle falde acquifere spesso sporcate dalle deiezioni umane e animali non trattate: non bisogna pensare solo alle automobili quando si parla di inquinamento.
Per lavoro e diporto, ho viaggiato in lungo e largo. E alle persone e ai loro usi e costumi ho sempre rivolto la mia massima attenzione: sia fotografica che, diciamo, umanistica. Le religioni e le credenze popolari, ad esempio: si certo la loro nascita è sempre legata a “necessità” dettate dalla sopravvivenza oppure alla “necessità” di manipolazione dei popoli. Ma sempre incredibilmente interessanti: osservate lo sguardo di “disapprovazione” di queste Donne arabe:
Dimostrano, queste Donne, che non esiste un giusto e uno sbagliato assoluto, un bianco e un nero. Per me poi, nella mia idea forse troppo romantica dell’essere umano, rafforzano il convincimento sulla capacità di adattamento delle persone verso la Vita, e quindi verso la Terra. Così come per le condizioni climatiche e morfologiche del nostro pianeta che sono davvero varie. Dal freddo mare del nord, bianco su bianco per 300 giorni all’anno, al clima torrido, della fascia equatoriale, passando per i deserti che spesso impongono condizioni di vita difficili (però vita!) per arrivare alle nostre civiltà climatizzate, condizionate e spesso non per la sola temperatura in casa. Spesso, troppo spesso, ci preoccupiamo di cose che hanno senso solo per noi; forse neanche tanto senso se poi sesso le dimentichiamo, accantoniamo, e sostituiamo con altre “preoccupazioni” che forse sono meno importanti delle precedenti. E lasciamo passare in secondo piano cose come “il nostro prossimo”, la nostra Terra appunto, il piacere di un sorriso, lo stare assieme.