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L’imperfezione che caratterizza l’uomo fa sì che le cure agiscano molto più lentamente di quanto non facciano i mali; e come i nostri corpi s’accrescono con lentezza, ma si dissolvono in un istante, così l’intelletto e le sue opere sono molto più facili da soffocare che da riportare in vita.
(Publio Cornelio Tacito 56 d.c.)
- Dal latino: delator, derivato di deferre riportare composto di fero portare. (fonte citata cliccando nei link). Il delatore è lo spione, significato in una parola raffinata, per i motivi dei più disparati – dal tornaconto alla pura piaggeria – il delatore denuncia qualcuno all’autorità, qualcuno che magari in lui riponeva fiducia o che comunque, da parte sua, non si aspettava un’azione del genere. Va notato che questa parola viene usata più per indicare chi abbia la tendenza abituale a questo tipo di tradimento, piuttosto che chi lo faccia una tantum. Inoltre per autorità non si intende necessariamente quella dell’ordine costituito, ma genericamente qualunque superiore anche solo percepito come tale.
Le citazioni che avete letto sopra, sono rivolte al fallito pezzo di merda (da ora in poi userò per lui l’acronimo FPdM il quale come è ovvio, non saprà il significato del termine “acronimo” anche se immagino ne userà molti e nei modi più sbagliati o inappropriati stante il basso livello culturale che dimostra; peraltro immagino che userà anche l’abbreviazione Ph nei suoi biglietti da visita, o meglio “poke” che invierà in numero tendente a infinito a tutti).
E il FPdM di cui tratto è quello che nel giro di 3 giorni ha provveduto a segnalare al social massimo Facebook, 8 mie fotografie. Ovviamente nessuna rimossa, l’ultima in ordine di apparizione questa:
Voglio sottolinearlo con forza: le considerazioni che seguiranno non sono precipuamente legate alla segnalazione stessa, della quale non mi importa troppo se non per fastidiosi addendum di cui scriverò dopo, ma che mi vengono suggerite dalle azioni fatte da persone come il FPdM.
I FPdM, sono umani pericolosi che popolano il pianeta. Votano, spesso procreano ed educano figli e talvolta ricoprono anche cariche dove possono gestire un piccolo potere che usano per sentirsi grandi e grossi. Perché questo gesto, ha la stessa valenza che ha il gettare il frigorifero vecchio sul ciglio di una strada che non è la propria, ovvero cercare di rubare il posto alla fila del supermercato. Sembrano azioni veniali, ma non lo sono perché svelano una errata convinzione: “Qui dentro è tutto mio, la fuori di nessuno, io sono io, il mondo è qui dentro, qui sono e qui vivo“. Questa percezione mi spaventa davvero, non il fatto che, anche fosse, mi bannino da Facebook.
Come scrivevo sopra, FPdM, le tue segnalazioni non sono un problema ma lo rappresentano bene (peraltro hanno provocato un fastidio perché per “somma di ammonizioni” mi è stato imposto il blocco temporaneo del mio profilo su Facebook, altra storia di gestione di un “potere” quello di Facebook, che vi invito a leggere cliccando QUI, e che riporta alla preoccupazione di cui in appresso) e questo mi ha portato di nuovo e tristemente a riconsiderare il genere umano.
Non che non lo faccia tutti i giorni il considerare il genere umano, nella mia vita professionale o privata: le persone tutte, nel bene o nel male per me vengono prima di tutto. Ma sta di fatto che le tue delazioni non fanno altro che consolidare in me una certezza: il sentirsi parte di un gruppo (virtuale o reale) o meglio di un “branco”, il semplice gesto di potere scrivere una qualunque cosa su un computer e poterla mostrare agli occhi del mondo, fa si che la gente ignorante, spaesata, avvilita e soprattutto sola come te, pensi di essere finalmente visibile e quindi di esistere. Dopodiché la prima contraddizione nella quale cadi, stante la pochezza del tuo essere, è quella di nascondere la “mano” dietro una segnalazione che rimane anonima e che di fatto tu pensi possa provocare un “danno” nei confronti di chi è colpito da tale gesto. Certo che lo fai il danno, ma di certo non quello che pensi tu. Lo fai a te stesso, FPdM, perché confermi con tale atto di non avere nessun titolo per potere dire pubblicamente al mondo “guardate questa foto, è brutta e offensiva, e lo dico dall’alto della mia cultura e della mia esperienza“. Non ne hai titolo neanche come semplice fruitore perché con molta probabilità non hai la sensibilità per leggere una qualunque immagine o un qualunque testo che non sia scritto solo utilizzando acronimi.
Tu, semplicemente stai dicendo a te stesso: “sono un FPdM, non riuscirò mai ad esprimere quello che questa foto esprime anche se io non la capisco… e poi è mossa… ma lo vedo dai “mi piace” che piace, quindi la faccio rimuovere così non la vedrà più nessuno e di fatto io salirò un gradino della scala verso il mio successo, avendo meno confronti impietosi con le mie pseudooperefotografiche“. Perché tu che stai segnalando, di certo, ti senti un PH. Acido ovviamente (questa, FPdM te la spiego dopo) e poi…il che ha davvero del fantastico se non fosse deprimente, riconosci a FACEBOOK di essere il tuo “superiore” cioè l’astratta entità che ti comanda e ti fa “vivere” e alla quale suprema entità quindi la delazione va affidata affinché “punisca” noi miserrimi fruitori. Beh, se solo ti rendessi conto…
FPdM: il fatto che tu abbia tanto interesse a recarmi danno dimostra anche, ineluttabilmente, che io nella tua testa sia un uomo irraggiungibile. Il che è probabilmente vero ma non per le fotografie (questo è incidentale e marginale) ma per cultura, garbo, sensibilità e soprattutto per un fatto: io vivo una vita che, pensa, non è solo al computer e nemmeno solo virtuale. Io non “dico” di essere. Io “sono”, quello che si vede. E la mia vita è il mio lavoro, i miei amici, la mia musica, le migliaia di libri che posseggo e che leggo, i miei viaggi, la danza, il teatro, il mio cane, mia figlia e mio nipote, la mia compagna, i sorrisi, la carbonara (cit. Luca Paglialonga), gli hobbies, e financo le diatribe con l’inps e ancora il confronto con chi mi contesta apertamente, con chi mi dice (con ragione) che ho un carattere del caxxo. Ma ciò non toglie che io sia una persona vera, reale e che i mezzi “lancia la pietra e nascondi la mano” siano lontani miglia dal mio modo di essere. E il mio lavoro, anzi i miei lavori, FPdM, sono inattaccabili e sai perché? Perché sono stati “scelti” da persone, esseri umani, imprese ed aziende che mi hanno voluto e pagato. E hanno voluto me e non te, ovviamente.
- Donnie [Commentando I distruttori, di Graham Greene]: “Distruggere fa parte del processo creativo, perciò bruciare i soldi è una provocazione. Vogliono vedere che cosa succede a sfasciare il mondo, vogliono cambiare le cose.” (Cit. Donnie Darko, suggeritami da Luca Mosconi)
Vuoi fare il rivoluzionario, FPdM? Vuoi cambiare le cose? Vuoi che le persone ti riconoscano come “creativo” o anche solo si accorgano di te? Allora esponi con la chiarezza di cui sei capace le tue idee. Fatti forte con i tuoi diritti e combatti quello che non ti sta bene. Cerca non già di distruggere, ma bensì imponiti di cambiare le cose che ritieni siano da cambiare. Utilizza tutti i mezzi leciti di cui disponi, ma mettici la faccia, non i “bit” del tuo computer. Fatti odiare e amare, fai in modo di dimostrare al mondo che la libertà per te non è solo “per te”. Fa si che il “libero arbitrio” sia un diritto di tutti sino a che non lede i diritti degli altri. Ma fallo per la strada tra la gente, con la gente, FPdM, non nascodendo il tuo volto dietro un computer.
Vorrei consigliarti a questo proposito, di uscire di casa (che con probabilità molto alte non sarà la tua, ma quella dei tuoi genitori) e fatti un giro per la tua città, guardando in alto stavolta. Non con la testa china sui tuoi piedi, ma gli occhi puntati altrove. Godi delle bellezze di cui sei circondato e prova a cambiare le cose che non ti piacciono mettendoci quel poco che hai. L’allenamento, l’uso della ragione, farà si che potrai cominciare a osservare il mondo tirando un respiro più profondo del solito, lo stesso respiro che ti aiuterà a sentire gli odori e associarli ai colori. Prova a considerarti vivo sul serio: non prigioniero in una “SinCity”, comprando con i bitcoin i tuoi sogni virtuali. Vai al cinema, entra in un bar e non guardare il bancone, ma gli avventori o il banconista. Sorridi, respira ancora e prova ad avere dei contatti umani veri, non solo gli “amici” su Facebook e su tutti gli altri 100 social dove avrai un account. Esci dai milioni di forum dei quali farai parte, e tienine solo uno dove parli di te e non degli altri, e dove ci sia la possibilità di confrontarti, di essere appassionati e di certo anche contestati, odiati, ma anche apprezzati per quel che si è. Il forum si chiama “vita reale” e pensa, non hai bisogno di app ne di computer o tablet. Necessiti solo di te stesso e del tuo cervello, e si…capisco che questo è il tuo problema, ma provaci: se non ti sei già inimicato tutto il mondo reale, se i tuoi amici reali non sono solo amici perché fai loro comodo per qualche motivo, dimostrando di essere come te, uno spiraglio di salvezza lo hai anche tu.
HAND: utilizzerò un acronimo per salutarti. Spero per te e per tutte le persone che ancora ti vogliono bene, che siano davvero buone giornate, in un futuro non troppo lontano. A tutti gli altri, un abbraccio.
- La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via.
(Ryū Murakami)
P.S.: Grazie a Luca Paglialonga, che ha, con potente ironia, realizzato questo video che in parte didascalizza i miei “pensieri” scritti sopra, ma anche in questo precedente articolo che se volete è disponibile cliccando QUI.