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Come spesso dico, come leggerete in altri articoli o nelle mie interviste, nella mia testa bacata io da sempre considero miracoloso il fatto che una Donna si conceda al mio obiettivo. In particolare per le foto “glamour” o di nudo. Questo perché la Donna che posa (sia essa una professionista pagata, sia una ragazza qualunque che vuole vedersi immortalata e che per giunta paga lei stessa), affida al fotografo (e cioè a me) non già la sua “anima”, come spesso leggo ma di certo la sua immagine pubblica. Non raramente, scatto fotografie nelle quali posa e nudità sono significativamente più intense rispetto ad alcuni atteggiamenti che in genere si hanno con il proprio compagno, fidanzato, marito. E questo, da sempre, mi fa pensare di avere una grande responsabilità. Cerco di essere rispettoso, sia nell’atteggiamento complessivo sia nel risultato della foto finale. Quando lavoravo per alcune riviste di nudo esplicito, gli editori mi bocciavano i servizi perché erano troppo “dolci” e spesso raccontavano storie, cosa che era assolutamente deleteria per quel tipo di immagini che devono essere spersonalizzate, non devono generare alcun sentimento ma solo la mera eccitazione maschile, non devono permettere di pensare (e un famoso adagio che parla di uccelli e pensieri chiarisce bene questo concetto “editoriale”…)
Ora, con questo non voglio dire che sia sbagliato, non c’è un giusto e uno sbagliato. Dico solo che io cerco di realizzare immagini con rispetto; con quel rispetto che, appunto, il mio cervello bacato mi consiglia. E spero che le mie immagini non siano asettiche, ma anzi che determinino eccitazione, coinvolgimento, pensieri belli. Ecco, non solo eccitazione sessuale, vorrei che generino in chi le osserva la voglia di vederne altre e di pensare alla Donna in senso molto più ampio, molto più appagante del senso che gli editori di cui sopra vogliono suggerire.
Detto questo, sono stanco di vedere e sentire nella politica ancora parlare di “quote rosa” o per il mondo del lavoro “di Donne imprenditrici”o semplicemente di “parità”: vorrei fosse uno standard, come per il Maschio. Stessi diritti, stessi doveri con un pizzico di rispetto in più per l’Uomo nei confronti della Donna, ma questa ultima affermazione forse vale solo per il mio cervello bacato.
E sono stufo di vedere violentate le Donne non già per la strada o in famiglia (su questo siamo d’accordo tutti, però guarda caso il TG ne parla tutti i giorni di casi così), ma sono stufo di vedere Donne violentate dai miei colleghi fotografi e dai miei amici fotoamatori. Donne pastellate, fluidificate, strette e allargate, con occhi trapiantati da altre Donne, nude ma nude dentro, esposte malamente e senza pietà, immortalate senza curarsi minimamente di loro e di quello che sono, con pose neanche oscene, solo brutte. Corpi, pezzi di Donna, ritratti senza un perché se non quello di far dire “che bel culo”. Dovreste scattare, invece, aggiungendo al vostro obiettivo i filtri del rispetto e della gratitudine. E avere pazienza e dolcezza, tenere sotto il polpastrello dell’indice con cui scattate il Cuore. Sarà un momento bellissimo quando lo farete, quando la Donna ritratta sarà ritratta con il Cuore e sarà magnifico quando sarà proprio una Donna a commentare il vostro scatto…
A me ogni tanto succede, e ogni volta mi emoziono, quando una Donna commenta il mio lavoro. Cercate di fare in modo che sia sempre l’8 marzo nelle vostre foto, fatelo per voi prima di tutto.