Anche perché essendo italiano, non mi va di scrivere “skinny & curvy”.
Avendo l’Italia e l’Europa superato brillantemente la crisi economica, compresa la Grecia che si candida per ospitare le Olimpiadi e l’Expo’ futura, essendo tutti contenti perché Giovanna è sempre più brava e finalmente Roberto Carlino ha ritrovato la sua “r”, ci occuperemo ora di un altro grave problema che affligge le case di moda e tutto l’universo fotografico che lo circonda. La taglia delle modelle.
Dicasi modelle coloro le quali prestano la loro immagine, e ne consegue il corpo, per la realizzazione di immagini non già autoreferenziali (leggi: selfie al cesso o in treno) ma per pubblicizzare prodotti, ricavando da questo un sostentamento economico (leggi: lavoro). Una volta stabilito che si parla di modelle, divideremo ora questa particolare tipologia di Donna in “magre e ciccione”.
Ma cosa caxxo state dicendo????
Rimettiamo un punto fermo. Se si parla di percezione della bellezza estetica, femminile e maschile, nel tempo questa è cambiata un miliardo di volte. Inoltre, la soggettività incide come è giusto e di molto. Senza considerare le variabili di percezione della bellezza estetica tra varie etnie. Ma noi stiamo parlando di modelle, e quindi di persone (persone) che per lavoro vengono scelte da aziende per rappresentare un prodotto; uno qualsiasi, talvolta svilendo anche la figura stessa della modella. Lo dimostra pure Giovanna. Brava quanto inutile.
Bene, togliamo di mezzo quindi il piacere personale estremamente variabile nell’osservare la bellezza (ci concentreremo su quella femminile ora). Non è questo il punto. E non voglio neanche ora stare a sindacare il perché e il percome oggi al contrario di venti anni fa, le modelle più rappresentative sono taglia 40. Cioè magre. Non mi importa discuterne in questa sede, giusto o sbagliato che sia le aziende e la “moda” hanno per ora deciso così ed è un fatto. E noi stiamo parlando di un lavoro, cioè lo ricordo, della rappresentazione di un prodotto attraverso una immagine che comprenda una modella. Ho visto sfilare Belen alla fine di una importante passerella ma inizialmente, non vedendo bene, mi chiedevo chi fosse quella cicciona in mezzo alle splendide modelle…Diciamo anche che io non mi offendo troppo se le aziende per le quali lavoro come fotografo non mi scelgono anche come modello curvy… Il principio è un altro:
L’anoressia, la magrezza estrema, dettata da problemi psicologici o fisici è UNA MALATTIA.
L’obesità, dettata da problemi psicologici, o fisici è UNA MALATTIA.
Non credo serva aggiungere altro su questo. E’ un fatto. Ma siccome oggi i social e i media non hanno troppe notizie sulle quali puntare il loro virtuale dito (va tutto bene, lo abbiamo detto no?) ecco che le fazioni si scatenano discettando su queste due macrocategorie di modelle estremizzando il tutto come sempre accade. Ma di cosa parlate? Quali macrocategorie?
Il problema secondo me è un altro. Nessuno (nessuno) ha scritto che le foto di quella campagna FANNO CAGARE perché sono SBAGLIATE!. Al posto di quella bimbetta magra poteva esserci pure Belen o la Balti e avrebbero fatto intristire chiunque lo stesso. Sono ORRIBILI, brutte, tristi, scattate male. E la ovvia e corretta percezione del pubblico è: ” ma quella bimbetta è malata!“. Magari non lo è. Magari è “malata” come una splendida modella che sta lavorando con me in questo periodo e alla quale è stata imputata anoressia, scatenando ignobili discussioni sotto una delle sue fotografie (non mie) postate sul social massimo. Beh, questa ragazza non solo non è affatto anoressica, è SOLARE, splendente, mangia più di me e non scherzo, e gioca con la vita così come dovrebbero fare le ragazze belle e giovani della sua età.
Confondere l’anoressia, l’obesità, vedere postate le foto delle “curvy model“, ciccione scafazzate piene di cellulite (ne parlo dall’alto dei miei 120 kg) inneggiando alla bellezza e alla salute è esattamente come inneggiare alla estrema magrezza! Se si è sbagliato prima, cominciando con Twiggy (oggi serena e felice) a osannare la magrezza estrema, si sta sbagliando ora a fare lo stesso con le cosiddette “curvy”. Gli estremismi social sono dannosi, quelli si, lo sono davvero. Quale uomo caucasico non adora le curve delle donne? Credo pochi. Ora provate a chiederlo all’immaginario “lolicon” di un asiatico. E quindi? Qui si parla di MALATTIE non di forme fisiche più o meno materne…ne certamente della propria percezione della femminilità o dell’eros…
Io sono convinto che la salute debba essere al primo posto nella hit parade personale. Il messaggio pubblicitario di oggi è aperto alle magre? Ecchisenefrega. Tra qualche anno, così come in passato, sarà aperto alle donne con forme più abbondanti (nessuno potrà dire che Sophia Loren in gioventù fosse cicciona no?) e meno alle magrissime. Gian Battista Vico con i suoi “Corsi e Ricorsi” insegna. Stiamo parlando di scelte temporanee, cicliche e dettate dalla moda. Non c’è alcun bisogno di osannare questa o l’altra fisicità. E di certo non nei toni estremistici con cui lo si fa.
Occupiamoci invece, avendone tempo e voglia, di criticare apertamente scelte estetiche terrificanti come quelle di Saint Laurent, che ripeto fanno cagare a prescindere, o di Saratoga e Giovanna (appurato che non sia una scelta volutamente trash), o le foto pubblicitarie dei passeggini per bambini spinti da ragazzine taglia 38 di 18 anni forse. Ecco, queste semmai sono scelte da criticare, ma certo per farlo occorre superare qualunque “impasse” ideologico e puntare a rispondere a quella che è la domanda che spesso mi pongo. Perché?
Ora pro vobis.