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Penso che questo film, The Special Need, sia l’esemplificazione di quello che dico da molto. Il digitale (video e foto) ha tanti pregi e uno in particolare è quello di poter dare la possibilità a chi ha qualche cosa da dire, di farlo senza preoccuparsi troppo (diciamo preoccupandosi il giusto) di bitrate o megapixels, ma potendo esprimere il proprio pensiero in economia e semplicità. Ecco, questo film ne è un esempio. Si dovrebbe sempre fare così: preoccuparsi di esprimere una propria idea, approfittando della semplificazione offerta dal digitale (che riguarda soprattutto il poter spendere meno in assoluto e poter lavorare con livelli di luce bassi e poco spazio, cosa impossibile prima). Ma il “resto”, e cioè la cura della luce (anche della poca luce), le idee, la posa, la storia, l’attenzione al dettaglio, la cultura, la sensibilità (e non della pellicola), dovrebbero essere portati ai massimi livelli, proprio in ragione del fatto che della “prima parte” e cioè dei mezzi, del loro utilizzo, non ci si deve più preoccupare troppo, è realmente più semplice usarli. Non per questo si dovrebbe prescindere dal “resto” di cui sopra solo perché l’immagine comunque “viene”. Io, per me e per quello che faccio, ragiono così, spero si noti.