Molti conoscono la storia di The Look of the Year. E quei molti che la conoscono fanno di certo parte del mondo della moda, inteso come “professione moda” a livello globale. Per gli altri, quelli che non conoscono TLY (acronimo amichevole) scriverò qui alcune cose:
- Non è solo una manifestazione dedicata alla moda / bellezza ma una serie di eventi che si rinnovano di anno in anno e una occasione di lavoro per molti. Da sempre ha anticipato le tendenze per ciò che riguarda le modelle e i volti nuovi dello spettacolo;
- E’ presente in tutto il mondo e la finale del contest che proclama le vincitrici e (da poco) i vincitori è una kermesse che è seguita via web, media TV e magazine da milioni di persone.
E’ dal 1983 che TLY offre un filo diretto tra chi crea la moda, chi la promuove e chi la indossa per mestiere. Nel corso delle varie edizioni ha contribuito a scoprire top model quali Cindy Crawford, Gisele Bündchen, Linda Evangelista, Stephanie Seymour, Ines Sastre, Natalia Semanova, Yfke Sturm, e modelle-showgirl come Vanessa Incontrada, Nina Moric, Natasha Stefanenko, Elena Santarelli, Elenoire Casalegno, confermando così la propria capacità di riconoscere e cogliere anticipatamente i codici interpretativi emergenti del “sistema moda”.
TLY Italia, (cioè la concessionaria nazionale del contest) è da poco tempo patrocinata da un amico, una persona che conosco da molto e che stimo, per le sue indubbie capacità come fotografo e per la tenacia che mette in tutte le cose che fa: Piero Serratore. Con forza e caparbietà lui, suo figlio Matteo (una laurea in video design e la carica positiva della sua giovane età) assieme alla loro famiglia, hanno iniziato a condurre di nuovo il marchio verso la più lontana tradizione “moda e lavoro”. Piero si è concentrato sul rinnovare l’immagine e per farlo ha chiesto aiuto a professionisti del settore, agenzia moda, agenzie di stampa e tutt’ora è alla ricerca di nuovi partner e joint venture. Non si può negare che negli ultimi anni TLY in Italia sia stato ben lungi dal successo del passato, anche per il fatto che in realtà la globalizzazione ha reso i contest “virtuali” alla portata di molti, troppi forse.
Per questo ora The Look of the Year Italia sta investendo tutte le energie, economiche e fisiche, verso una meta molto alta che è quella di diventare di nuovo un riferimento a 360 gradi per il mondo della moda e dello spettacolo. Un pool, un insieme di professioni dedicate alle Aziende, che sono il “Punto iniziale e finale”: il target. Le Aziende dovranno ritrovare in TLY(I), come negli anni passati, un punto di riferimento per qualunque esigenza. Non solo modelle e modelli, quindi, ma quello che serve per una comunicazione efficace e di successo. Non esiste altra organizzazione che ha “sedi” in quasi tutta Italia.
Nulla di virtuale. Non il contest condominiale con l’approssimazione tipica di chi organizza eventi solo per avere un riscontro personale: TLY (I) con in testa il suo attuale “patron” sarà di nuovo il vertice, uno dei riferimenti in Italia per la “Professione Moda” e non solo.
Primo cambiamento: TLY (I) quest’anno proporrà la sua “finale Nazionale” (dopo 200 casting per circa 1500 selezioni) in un ambito estremamente particolare: Il Teatro 1 di Cinecittà World. Voglio dirvi solamente che il Teatro 1 è tra i più grandi di europa. Ha 1500 posti, una superficie di 2400 mq e una altezza che supera i 50 metri. Numerosi spot pubblicitari e film vengono girati li. Numeri da capogiro per un evento che sarà davvero memorabile, date le premesse. La passerella (spero di non anticipare troppo) sarà moooolto particolare e di certo non ci saranno solo sfilate. Sarà uno spettacolo globale.
E io che c’entro? Ecco: Piero mi ha assoldato per aiutarlo, confortarlo, per ciò che attiene l’immagine. Lui dice “art director” in realtà io direi più come fotografo, mi pare già tanto.
Con questa collaborazione (che è a nome e per conto di MODstudio, ovviamente) presto nasceranno alcuni “prodotti”, tra i quali:
- delle linee guida inderogabili, per le immagini a marchio TLY(I);
- selezioni ai casting ancora più severe (io brutto e cattivo) ma mirate anche alla selezione non solo di “catwalker” ma anche di volti interessanti, nuovi, diversi, per il mondo della pubblicità ad esempio, o per il cinema e teatro;
- dei workshop itineranti dedicati ai fotografi che poi se vorranno, saranno parte del pool TLY(I) in occasione della finale e delle manifestazioni che saranno create in tutta Italia;
- dei “set” fotografici nei quali le ragazze selezionate saranno sin da subito le testimonial delle Aziende che le richiederanno (N.d.R.: Venerdì prossimo 10 marzo iniziamo con la prima Azienda)
Insieme a me ho voluto fortemente la presenza di Alessandra Casale. Vi parlerò di lei (semmai ce ne fosse bisogno) in un prossimo articolo. Una presenza estremamente importante: con lei sono arrivati nel pool anche scenografi, coreografi, professionisti dello spettacolo.
Spero di avere chiarito le idee. Nell’ultima edizione internazionale, che ha decretato la vittoria della senegalese Rosalie ‘Ndour (foto mia per MODstudio) nella finale condotta da Jo Squillo, Piero ha voluto darmi questo impegno, che di certo mi gratifica e mi onora. Ma mi spaventa anche.
Ne vedrete delle belle (e dei belli).
P.S.: Lei, nella foto qui sotto, è Claodia. Una delle finaliste TLY(I) fotografate da me e Luca Mosconi (MODstudio) per la serata internazionale (assieme a lei c’erano Ginevra, Giulia e Laura) . Con questa foto auguro a tutte le prossime ragazze e i prossimi ragazzi che parteciperanno ai casting: “in bocca al lupo”.